Per risanare i conti pubblici ed arrivare al tanto agognato pareggio di bilancio, nei prossimi anni i grandi patrimoni immobiliari potrebbero essere soggetti a tassazione. Salvi, probabilmente, i piccoli proprietari.
Del vorticoso giro di manovre finanziarie annunciate, ritirate, modificate e licenziate dal Governo negli ultimi 3-4 mesi si è già detto tutto e il contrario di tutto. Ma al di là dei tanti commenti e delle innumerevoli critiche piovute sui singoli provvedimenti o sull’insieme delle misure previste, quel che è certo è che per rimettere in ordine i conti italiani e ripagare il nostro debito servono nuove risorse. E su questo fronte le opzioni disponibili non sono molte, soprattutto se dal novero delle possibilità, per ovvie necessità di certezza e facilità del prelievo, ci vediamo costretti ad escludere le somme che potrebbero essere ipoteticamente recuperate intervenendo sull’evasione fiscale e sull’economia dell’illegalità.
Tolti questi due possibili ambiti d’azione, infatti, quel che resta è comunque riconducibile, in un modo o nell’altro, al risparmio e al patrimonio delle famiglie italiane, che in Europa rappresentano un’eccezione virtuosa per parsimonia e oculatezza.
Nessun intervento sui piccoli proprietari
Ciò nonostante, i piccoli proprietari immobiliari pare possano stare tranquilli. L’eventuale intervento del Governo in materia dovrebbe infatti riguardare soprattutto i grandi patrimoni, escludendo quindi tutta quella fetta di popolazione che possiede la casa in cui abita o, al massimo, anche una dimora per le vacanze.
Per chi invece è in procinto di acquistare un’abitazione, il recente abbassamento del tasso di interesse stabilito dalla Banca Centrale Europea potrebbe rendere meno pesanti le rate del mutuo ed agevolare così l’investimento. Aspetto da non sottovalutare visti lo scarso rendimento garantito dai mercati finanziari e la tempesta abbattutasi sui titoli di stato italiani.
Tutto questo, ovviamente, sempre che nel frattempo un ulteriore richiamo della BCE o una netta presa di posizione di qualche componente dell’esecutivo non costringano il Governo a modificare i propri piani o a rimodulare alcuni interventi. Ma qui il terreno comincia a farsi scivoloso e qualsiasi previsione potrebbe essere smentita da un giorno all’altro, anche perché, oggi più che mai, come sosteneva Lorenzo De Medici, “del doman non v’è certezza”.